Tracce degli artisti:
Automatisme, Thomas Köner, B Ashra, Bienoise, bpmf, SIFIR, echonaut, EPS, Marcel Daemgen, Mijk van Dijk, Khem One, Solar Debris, Grupo Coral a Voz do Alentejo na Quinta do Conde feat Dr Walker, Dr. W, Dr. NoiseM, omsk information & dr walker, stine m, svensyntetics, NicoNote & Obsolete Capitalism, Pavel Zhagun, Schmickler Rohrhuber, Somnambule, Stefan Paulus, The Allegorist, Thomas Brinkmann, Bill B. Wintermute, DJ Durbin, Gerriet K. Sharma, Antonia Manhartsberger, Siegfried Kärcher, Woulg, Zoy Winterstein.
Foreword – Dark Precursions.
JAN HEINTZ
FRÉDÉRIC NEYRAT
Ultra-Blackness in Music.
ACHIM SZEPANSKI / SONIC THANATICISM
HOLGER SCHULZE
ZAFER ARACAGÖK
SHINTARO MIYAZAKI
GERRIET K. SHARMA
TXGEN MEYER
TAYLOR ADKINS AND JOSEPH WEISSMAN
BERND HERZOGENRATH
CORRY SHORES AND MELIKE BAŞAK YALÇIN
ALGORITHMIC COMMITTEE
JOSE ROSALES
STEFAN PAULUS
MARCUS SCHMICKLER AND JULIAN ROHRHUBER
THOMAS BRINKMANN
THOMAS KÖNER
Techno is the Message.
ALESSIO KOLIOULIS
BENJAMIN NOYS
BILL B. WINTERMUTE
“Quando la non-politica della frequenza ascolta l’orologio, non sente l’uniforme tic tic, tic, ma sente tic – toc – fanculo l’orologio.
In questo contesto Ultra-Black of Music specula sui molteplici modi in cui i mondi sonori oggettivi e disumani, che ruggiscono sotto l’apparato senso-logico umano, pervadono e colonizzano senza problemi le nostre capacità alieno-umanoidi, affettive e cognitive. Ultra-Black of Music specula anche su come costruire vie di uscita dall’imbroglio dei Ritmi Padronali del Capitale Sonico-Mortifero e dai suoi stratagemmi di annientamento e mediocrità.
Le produzioni ritmiche speculative portano al limite l’ope-razionalità matematica e le sue auto-amputazioni decisionali e creano la corporeità mancante che ricollega le nostre capacità affettive e le nostre inibizioni disancorando, alienando / de-realizzando le nostre relazioni con le astrazioni assassine (binarismo riduttivo, identitismo / autismo), la mentalità tecnognostica e le sue mistificazioni.
La musica ‘ultrablackened’ ci affronta e ci spinge anche nella sperimentazione di questo intramezzo senza nome, nel quale possono emergere nuove temporalità i cui percorsi tortuosi e gli stessi risultati finali non possono essere previsti, o garantiti.
L’amore crudele di questa ‘ultrablackness’ sonica è fortemente alimentato dall’odio nel porre fine a questo mondo così come sonicamente lo conosciamo e sperimentiamo.”